Per i
genitori
Promozione allatta­men­to al seno Svizzera

Simposio interdisciplinare 2019 Locarno

19 settembre 2019 | 13.45 
Ospedale Regionale di Locarno, La Carità,
Sala conferenza Gianfranco Domenighetti

Sapere per sostenere al meglio l’allattamento

Il pomeriggio formativo interdisciplinare è stato ideato per permettere ai professionisti dell’area materno-pediatrica di approfondire e acquisire nuove conoscenze sull’allattamento materno come alimento di tutti i neonati, sani o malati.

Gli argomenti scelti serviranno a migliorare le competenze dei professionisti nella presa a carico delle neomamme e dei loro neonati.

Sarà inoltre l’occasione per interagire e confrontarsi tra le diverse figure professionali alfine di creare una rete di sostegno efficace per le neo famiglie.


    Prof. h. c. Silvia Honigmann, docente c/o Bern University of Applied Sciences (BFH), dietista e
    consulente  per l’allattamento IBCLC


Programma >>

 

 






3.75 L CERP
3 SSP
2.5 elog ASCA (FSSF/ASI)
1 ASDD

I benefici del latte materno e la sua importanza per il neonato prematuro, a termine o malato
Prof. h. c. Silvia Honigmann

L’allattamento al seno viene considerato come il “Gold-Standard” dell’alimentazione del lattante.
Ma cosa rende il latte materno così particolare? Che differenze ci sono tra il latte materno e latti per lattanti moderni? Che ripercussioni ha il non essere allattato al seno sulla salute del bambino?

L'obiettivo è quello di offrire un aggiornamento su un argomento attuale e di presentare alcuni aspetti rilevanti della promozione dell'allattamento al seno per il lavoro quotidiano.

Presentazione


Allattamento duraturo e curve di crescita
Dr. med Lorenzo Giacchetti

L’ Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce che i bambini vengano allattati esclusivamente al seno per i primi sei mesi di vita e che poi l’allattamento materno prosegua, integrato con cibi solidi, almeno fino ai due anni, e finché mamma e bambino lo desiderano.
I bimbi messi nelle condizioni di avere a disposizione il seno quando lo desiderano, tendono ad abbandonare il seno spontaneamente intorno ai 2-3 anni.
Questa tappa evolutiva però, così come il parlare o il camminare, non è raggiunta nello stesso momento da tutti i bambini; il bimbo posto nella condizione di svezzarsi naturalmente dal seno può staccarsi prima o dopo, con una media intorno ai due-tre anni ma una variabilità molto ampia che può andare dall’anno fino ai quattro, cinque anni in rari casi.
Non esiste un’età precisa in cui i bambini devono abbandonare il seno, lo fanno quando sono pronti o quando la mamma deciderà che è il momento, e lo fanno tutti! Non è compito del pediatra o della levatrice o della infermiera suggerire ad una mamma quando smettere di allattare al seno a meno che non esistano delle situazioni mediche che lo controindichino.
Gli indici iniziali di allattamento al seno sono del 95% mediamente nel mondo. Nonostante questi indici siano molto elevati nei primi giorni di vita, gli studi hanno mostrato come l’allattamento al seno esclusivo crolli vertiginosamente poco dopo. Nella regione europea del WHO, solo il 25% dei bambini sono allattati al seno esclusivamente per i primi 6 mesi di vita. Molti fattori contribuiscono a ridurre la durata dell’allattamento al seno ed includono in particolare: la povertà, la difficoltà di accesso ai servizi sanitari, l’emarginazione sociale, l’obesità materna, la mancanza di supporto a lavoro e piu` in generale la mancanza di politiche a sostegno della donna che allatta, l’influenza del marketing dei sostituti del latte materno, il precoce inizio dell’alimentazione complementare.
I bambini che sono allattati esclusivamente al seno per 6 mesi hanno una minore incidenza di mortalità per infezioni gastro-intestinali rispetto ai bambini allattati parzialmente al seno fino a 3-4 mesi. Per i bambini che sono allattati esclusivamente al seno per 6 mesi non sono state dimostrate differenze in termini di crescita sia nei Paesi Occidentali che in quelli in via di sviluppo.
L’allattamento fino al secondo anno di vita e oltre ha un’importante valenza di protezione immunologica e nutrizionale per i paesi in via di sviluppo, dal momento che il latte materno continua a fornire nel secondo anno di vita una percentuale significativa dell’apporto in particolare proteico e vitaminico nella dieta di un bambino.
Per i paesi industrializzati l’allattamento di lunga durata protegge ancora, ma in misura meno evidente, dalle malattie infettive respiratorie e gastrointestinali, ma ha il suo ruolo principale soprattutto nella prevenzione dell’obesità infantile, nella riduzione del rischio materno di cancro al seno e dell’ovaio, nella facilitazione di una positiva relazione della donna col proprio bambino.
Si desidera sottolineare in maniera chiara che l’allattamento al seno di lunga durata non interferisce negativamente sulla progressione dell’autonomia del bambino e sul benessere psicologico e/o psichiatrico della madre. Eventuali documentati disagi psicologici o vere patologie psichiatriche del bambino e/o della madre non hanno con l’allattamento al seno
un rapporto di causa-effetto, ma sono eventualmente e semplicemente da intendersi come contemporanei ad un allattamento al seno che si prolunga.
Risulta al contrario ben provato che l’allattamento al seno contribuisce al benessere
cognitivo, emotivo, familiare e sociale del bambino, aggiungendosi al peso determinante dei fattori genetici, delle competenze familiari e dei fattori socio-economici.
Uno dei principali motivi per cui una donna smette di allattare al seno nei primi 6 mesi di vita è il timore o la percezione di un accrescimento di peso non adeguato da parte dei genitori ma anche degli operatori. E quanto meno questo operatore è formato, conosce e si occupa quotidianamente di allattamento, tanto maggiore è il rischio che suggerisca un’integrazione di latte di formula o un inizio dello svezzamento.
Definire una “crescita normale” non è sempre semplice. Le curve di crescita rappresentano uno degli strumenti utili per valutare crescita di un bambino, per valutare il suo stato di saluto generale, per identificare una crescita incerta oppure eccessiva e quindi per valutare anche l’allattamento.
Il 27 aprile 2006 l’Oms ha lanciato le sue nuove curve di crescita, a conclusione di un percorso iniziato nel 1994, quando era stata riconosciuta l’inadeguatezza delle curve del National Centre for Health Statistics del 1977, basate su un campione di bambini statunitensi prevalentemente alimentati con latte artificiale
Le Curve di crescita WHO rappresentano lo standard per la valutazione della crescita da 0 a 2 anni. Stabiliscono la crescita dei neonati allattati al seno come la crescita normale. Permettono una descrizione migliore della crescita fisiologica nell’infanzia, perchè sono basati su studi di elevata qualità metodologica designate solo per creare esplicitamente delle curve di crescita.
Tutti i bambini, se sono allattati secondo i criteri descritti, se hanno una buona alimentazione complementare e se vivono in un ambiente protetto, crescono bene e con lo stesso pattern, indipendentemente da dove nascono, dal loro patrimonio genetico e dalla loro classe sociale.


FARMACI E ALLATTAMENTO / allattamento e medicamenti
Dr.ssa med. Alessandra Lauretta

Durante il puerperio la somministrazione di farmaci alla madre è una delle cause più frequenti di sospensione prematura dell’allattamento. In realtà il timore che i farmaci possano provocare al lattante degli effetti nocivi è spesso dovuto all’ignoranza dei reali effetti farmacologici sui bambini e questo atteggiamento fortemente cautelativo è dettato da motivazioni medico-legali più che da evidenze mediche.
Attualmente abbiamo a disposizione banche dati complete ed aggiornate, con sezioni dedicate specificatamente all’allattamento. In base ai dati della letteratura scientifica solo una minoranza di farmaci è effettivamente controindicata in tale contesto, dato che il bambino riceve attraverso il latte, per il 90% dei farmaci, dosi quasi sempre irrisorie e innocue.
È questo il motivo per cui negli ultimi anni sono stati riconsiderati i rischi correlati con l’esposizione del lattante a sostanze esogene, sicuramente per lui inutili e potenzialmente dannose, con quelli quasi sempre di gran lunga maggiori provocati dalla privazione anche breve del latte materno, dato che ormai è inequivocabilmente dimostrato che esso possieda delle valenze insostituibili da un punto di vista nutrizionale, immunitario e antiallergico e che favorisca il benessere emotivo e lo sviluppo neuro-comportamentale del bambino.

Presentazione


 
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